Il design della carrozzeria di ciascun veicolo determina la visibilità del conducente, che è ridotta a causa di punti ciechi. A poco a poco, i veicoli stanno introducendo soluzioni diverse per migliorare la visione del guidatore e raggiungere aree che lo specchietto retrovisore non è in grado di coprire. Tuttavia, sembra che un'adolescente americana, che ha già ricevuto un premio per la sua idea, abbia trovato la soluzione più efficace per questo problema.
Questo è, probabilmente, uno dei maggiori problemi legati alla guida che la tecnologia deve ancora risolvere. Anche se il 90% delle informazioni ottenute dal guidatore arrivano attraverso la vista, a volte la sua visuale viene limitata da punti ciechi.
Il design della carrozzeria di ciascun veicolo determina le aree cieche che, a poco a poco, vengono trattate da sistemi diversi, cosa che lo specchietto retrovisore non è in grado di fare.
Prima di tutto, dobbiamo capire cosa sono i punti ciechi e perché esistono, per poi capire come eliminarli. La mancanza di visibilità è un fattore di rischio importante, soprattutto per gli utenti più vulnerabili della strada, come motociclisti e ciclisti, che sono tra le vittime più numerose di questi punti ciechi.
Gli specchietti retrovisori aiutano principalmente la visione posteriore, ma non contribuiscono alla visione laterale, che dipende dalle dimensioni del veicolo. Di conseguenza, i veicoli più grandi hanno punti ciechi più ampi, un problema che aumenta quando gli specchietti non sono ben regolati in base alla posizione del conducente.
Tutto questo è dovuto alla geometria dell’auto. Il campo visivo fornito dagli specchietti retrovisori è determinato dalla linea retta che parte dai nostri occhi, si riflette quindi sui bordi dello specchietto e prosegue dietro di noi. Tutto ciò che è al di fuori di quest'area diventa invisibile per il conducente ed è per questo che, a volte, dobbiamo sporgerci in avanti per assicurarci che non ci siano rischi quando facciamo manovra.
La soluzione: il progetto di una scuola superiore
Non mancano le proposte per trovare la soluzione migliore. I sistemi per la rilevazione dei punti ciechi, chiamati BLIS (Blind Spot Information System), consistono in un elemento elettronico che "vede" ciò che lo specchietto retrovisore non può "vedere" e in un'unità di elaborazione che funziona avvisando il conducente.
Tuttavia, la proposta della giovane Alaina Gassler ha sorpreso molti, non solo perché ha 14 anni, ma anche per la sua originalità. È stata presentata al concorso Broadcom MASTERS, un concorso per studenti delle scuole superiori, con il titolo "Migliorare la sicurezza automobilistica eliminando i punti ciechi".
La sua invenzione consiste in una proiezione che traccia l'immagine che il guidatore non può vedere, poiché è bloccata dai montanti laterali tra i finestrini e il parabrezza, rendendola "invisibile". Il sistema ideato da Gassler ha una webcam installata all'esterno di ogni montante che trasmette le immagini all'interno grazie a una serie di materiali stampati in 3D.
La sfida principale che questa giovane studentessa ha dovuto affrontare è stata quella di assicurarsi che la sua soluzione non causasse un altro problema di visibilità dovuta alla proiezione dell'immagine. Trattandosi di uno spazio limitato, è riuscita a farlo utilizzando un tessuto riflettente situato sul montante che restituisce la luce riflessa alla fonte della luce, consentendo al conducente di ottenere un'immagine chiara che non interferisce con il resto degli specchietti ed evitando di disturbare i passeggeri.
Per ora, la qualità dell'immagine non è elevata, ma in futuro c'è molto spazio per dei miglioramenti. Premiata con 25.000 dollari da investire nella sua ricerca, l’idea di Gassler ha anche significato un passo avanti verso la creazione di un business dedicato alla sperimentazione di questi sistemi di sicurezza attiva.